Il presidente Carlo Rivetti e tutto il Modena F.C. ricordano Jorge Toro che, dopo una lunga malattia, si è spento nella notte a El Quisco, in provincia di San Antonio, nella Costa Centrale, in Cile.
Le origini. Nato nella capitale, a Santiago, il 10 gennaio 1939. E’ ancora oggi considerato uno dei più luminosi centrocampisti sudamericani degli anni ‘60. Cresciuto nel Colo-Colo e arrivato in Italia, alla Sampdoria, nel 1962. Primo cileno nel nostro campionato, è protagonista della cosiddetta Battaglia di Santiago: gli azzurri, il 2 giugno 1962, vengono eliminati dal Mondiale tra falli e polemiche.
Gol e Samp. Autore della seconda rete all’Italia, Toro conquista la medaglia di bronzo con la sua nazionale (in tutto saranno 58 le sue presenze). Grazie a quella prestazione arriva a Genova, sulla sponda blucerchiata, dove però non rende come sperato (in tutto 16 presenze e 3 gol per uno degli acquisti, allora, più cari).
Leggenda. E’ a Modena che il centrocampista diventa idolo. I libri raccontano di un memorabile gol al Catanzaro il 5 maggio 1968: una punizione capolavoro da posizione molto defilata, quasi vicino alla bandiera del calcio d’angolo; un esterno destro che sorprende il portiere. Da quel giorno i tifosi gialloblù di urlano “Toro-Toro” in occasione di ogni palla inattiva vicino all’area di rigore degli avversari.
Che tempi. Il cileno gioca nel Modena in due periodi, con un intermezzo all’Hellas Verona, per un totale di 154 presenze e 19 reti. Toro sveste il gialloblù e fa rientro al Colo-Colo nel 1971, vince un campionato nel ‘73 con l’Union Espanola e chiude la storia in campo nel 1976. Da allenatore è protagonista con diversi club e conquista un altro titolo nazionale. Vive con la famiglia a El Quisco e fino a pochi mesi fa partecipa alle celebrazioni che lo riguardano combattendo, con forza e dignità, la malattia.
Alla famiglia di Jorge Toro l’abbraccio più sincero dal Modena F.C. e da tutti i tifosi gialloblù.